Una società fragile e indifferente – Dialogo sulla povertà culturale e di relazione

Una società fragile e indifferente – Dialogo sulla povertà culturale e di relazione

Aldo Bonomi

Sociologo, direttore Istituto Aaster, consulente CNEL

… siamo poco interessati a ragionare sul destino dei tanti che hanno oltrepassato la soglia verso il basso o di chi va ammassandosi sull’orlo del precipizio. Un po’ come se oltre una certa soglia il destino delle persone ci diventasse indifferente sancendone così l’invisibilità sociale. Eppure i numeri delle povertà sono sempre più eclatanti.
… La povertà è un destino che riguarda qualcuno e che può riguardarci tutti ed ognuno, ma non può essere una condanna senza appello, non è questo lo spirito della migliore civiltà europea.

Aldo Bonomi

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BIBLIOGRAFIA

vento di AdrianoIl vento di Adriano. La comunità concreta di Olivetti tra non più e non ancora
Bonomi Aldo, Magnaghi Alberto, Repelli Marco | Derive Approdi Edizioni, 2015

Un sociologo, un urbanista e uno storico rileggono la straordinaria figura di imprenditore “illuminato” che fu Adriano Olivetti e la politica da lui immaginata. Cosa significa oggi, attualizzando il pensiero e l’agire di Adriano Olivetti, proporre il paradigma della “comunità concreta” a fronte della scomposizione del lavoro e dei radicali mutamenti del paradigma produttivo? Per Aldo Bonomi, oggi “comunità concreta” significa frapporsi tra flussi e luoghi, fare comunità ai tempi della simultaneità. Per Alberto Magnaghi, significa ripartire dalla terra che si fa territorio, con la radicalità della rete dei territorialisti che disegnano e progettano bioregioni. Per Marco Revelli, significa ripensare i percorsi della fabbrica olivettiana, disegnando comunità che ripartono dal “mondo dei nuovi vinti”. Gli autori disegnano percorsi ai margini di quel centro del potere che in tanti vorrebbero cambiare, indicando speranza e futuro nella vitalità delle nuove comunità in gestazione, quindi della società che viene.

elogio-depressioneElogio della depressione
Aldo Bonomi – Eugenio Borgna

Lo sfarinamento dei legami sociali e familiari cosi come le ferite inferte dalla depressione, che segnano un numero crescente di individui, sono i sintomi contemporanei della fragilità. Eppure proprio la fragilità ci indica i valori che danno un senso all’esistenza. Come emerge dal dialogo tra un maestro della psichiatria e un eclettico sociologo, riconoscersi fragili, insicuri, malinconici, è la premessa per ritrovare quello slancio comunitario rigeneratore che solo ci mette in contatto con noi stessi e con il mondo aperto degli altri.

 

 

 

dialogo-sull-italiaDialogo sull’Italia
L’eclissi della società di mezzo

Un’analisi del destino della “società di mezzo”, schiacciata tra Stato e Mercato, svolta da due dei più lucidi interpreti della nostra realtà economica e sociale. Siamo governati da élite che sanno “volare alto”, che riescono a inserirsi in complesse trattative internazionali, ma accentuano sempre più la differenza tra ciò che, usando categorie risorgimentali, potremmo chiamare il “primo” e il “secondo popolo”. C’è un popolo immerso nella quotidianità e nella fatica del vivere e un altro popolo che “pensa il sentimento del primo” e ne costituisce, quindi, il legittimo sovrano. Oggi ci troviamo in una situazione molto simile a quella che, nel diciannovesimo secolo, vide nascere le nozioni di “società di mezzo”, “classe”, “comunità”. Sono solo cambiati i tempi e il secondo popolo non è più in grado di leggere i desideri o i pensieri del primo e, di conseguenza, lo lascia solo. Dobbiamo ripensare molte cose e accorgerci che cresce il desiderio di una comunità e di quello spazio comune che chiamiamo “società di mezzo”.

capitalismo-infinitoCapitalismo infinito

Che cosa è cambiato rispetto agli anni del trionfo del modello della piccola e media azienda italiana rampante? E che cosa da quando migliaia di imprenditori (molti nel Nordest) investivano nel Made in Italy e si lanciavano in nuove sfide, mossi dalla voglia di affermarsi sul mercato e di guadagnarsi il proprio posto al sole ? Erano gli anni di quel che Bonomi definì il “capitalismo molecolare”. È cambiato tutto. Dal Nordovest alla Pedemontana lombarda e veneta e poi dall’Emilia, la Toscana fino al Sud, il nuovo saggio di Bonomi mette insieme le storie di artigiani, imprenditori, piccoli e meno. E lo fa nel contesto non agevole di un declino dei ceti medi di mercato (professionisti, lavoratori autonomi, piccoli imprenditori) e della middle class cresciuta con lo sviluppo dei sistemi di welfare. Eppure, nonostante le difficoltà, l’indagine di Bonomi ci dice che piccoli imprenditori e lavoratori della conoscenza non subiscono passivamente la crisi; aggiornano le competenze, si muovono sul mercato, cooperano. Forse, in alternativa al “finanzcapitalismo” la traccia da seguire sta nella eventualità di far sì che la parola chiave, Economia, sappia tenere assieme le 3 T della new economy (Tecnologia-Talento-Tolleranza) con le 3 T della Terra come risorsa, del Territorio da ripensare e della Tenuta dell’ecosistema.

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Eugenio Borgna

Scrittore, primario emerito di Psichiatria Ospedale Maggiore di Novara.

Essere in uno stato d’animo che rinunci a ogni incrinatura di indifferenza, a ogni forma (qualunque essa sia) di violenza, che contrassegna molte nostre azioni quotidiane, significa aprirsi a cogliere il fluire ininterrotto di emozioni, di sentimenti, che vivono sempre nei cuori delle persone, ma che di sovente sono nascosti dall’opacità e dalla fretta, dalla categoria dell’homo faber, dalla frenetica pragmaticità che è, oggi, uno dei miti dilaganti dello spirito del tempo (dello Zeitgeist) in cui siamo immersi.

Eugenio Borgna

BIBLIOGRAFIA

emozioni feriteLe emozioni ferite
Feltrinelli 2016

Il libro è indirizzato alla ricerca delle emozioni perdute: le emozioni che curano e quelle che, nel dolore e nella follia, anelano a essere riconosciute; le emozioni che, gracili e segrete, si colgono nella gioia e nel silenzio; le emozioni che si intravedono nella luce degli occhi e nei vasti quartieri della memoria; le emozioni che sono matrici di poesia. Sono emozioni che il libro intende fare riemergere nella loro verità psicologica e umana e nell’importanza che esse hanno per la conoscenza di sé e per lo svolgimento di relazioni interpersonali dotate di senso. Sono emozioni che fanno parte della vita normale e della vita psicopatologica.

 

 

COP_Borgna_Eugenio_Responsabilita_e_speranza.inddResponsabilità e speranza
Einaudi 2016


Noi non siamo mondi isolati, ma mondi aperti all’ascolto in una circolarità di esperienze che ci rendono consapevoli di quanta sia la nostra responsabilità nel determinare i modi di essere e di comportarsi degli altri. Sentiamo tale responsabilità nello scorrere delle giornate in cui siamo continuamente chiamati ad ascoltare gli altri, a rispondere alle loro angosce e alle loro speranze. Conoscere se stessi e gli altri è il modo più intenso di essere responsabili. Nessuno si conosce del resto fino a quando è soltanto se stesso e non, al medesimo tempo, anche un altro. Quale rapporto lega la responsabilità alla speranza? Quest’ultima è apertura al futuro, ci obbliga a pensare non solo alle conseguenze presenti e passate delle nostre azioni e delle nostre parole, ma anche a quelle future. Non lasciamo morire in noi la speranza se vogliamo aiutare chi la sta perdendo. Lo dice Walter Benjamin: «Solo per chi non ha più speranza ci è data la speranza».

Borgna_L'indicibile tenerezza_CDS.inddL’ indicibile tenerezza. In cammino con Simone Weil
Feltrinelli 2016

“Di anno in anno, rileggendo sempre di nuovo le sue pagine, mi sono ritrovato a essere più giovane di Simone, poi della sua stessa età, infine di un’età sempre più lontana dalla sua. Le sue pagine hanno avuto una radicale importanza nella mia formazione, nella mia discesa sempre più vertiginosa negli abissi della psichiatria.”
 Eugenio Borgna ha trascorso molto della sua vita in dialogo con gli scritti di Simone Weil, che hanno saputo offrirgli infinite suggestioni per il suo cammino di medico e psichiatra, impegnato nell’ascolto e nella condivisione della sofferenza e della speranza. In questo vero e proprio diario di un lettore d’eccezione, Eugenio Borgna interroga l’enigma di questa giovane donna che ha attraversato un’epoca di guerre e totalitarismi armata della sua fragilità, della sua intelligenza luminosa, della sua febbrile passione per l’amicizia e la trascendenza. Eugenio Borgna rievoca gli anni di formazione di Simone, l’appartenenza alla colta borghesia ebraica della capitale francese, la vicinanza ad alcuni grandi irregolari della cultura del tempo. Mette al centro di questa sua rivisitazione il momento drammatico in cui Simone decide di andare a lavorare in fabbrica con l’idea di condividere la sofferenza degli ultimi in un estremo esperimento con se stessa e con le proprie forze. E indaga in Simone Weil il costante, misterioso intreccio tra una bruciante sensibilità che la avvicina alle grandi figure della mistica e della poesia femminile come Teresa di Lisieux, Etty Hillesum, Madre Teresa di Calcutta, e un impegno politico senza riserve, che la porta alla volontà di partecipare alla guerra civile spagnola e più tardi alla Resistenza francese, morendo a Londra stremata dalla malattia e dalla solitudine.

la-fragilità La fragilità che è in noi
Einaudi

Quale è il senso di un discorso sulla fragilità? Quello di riflettere sugli aspetti luminosi e oscuri di una condizione umana che ha fragile molti volti e, in particolare, il volto della malattia fisica e psichica della condizione adolescenziale – con le sue vertiginose ascese nei cieli stellati della gioia e della speranza, e con le sue discese negli abissi della insicurezza e della disperazione -, ma anche il volto della condizione anziana, lacerata dalla solitudine e dalla noncuranza, dallo straniamento e dall’angoscia della morte. La fragilità, negli slogan mondani dominanti, è l’immagine della debolezza inutile e antiquata, immatura e malata, inconsistente e destituita di senso; e invece nella fragilità si nascondono valori di sensibilità e di delicatezza, di gentilezza estenuata e di dignità, di intuizione dell’indicibile e dell’invisibile che sono nella vita, e che consentono di immedesimarci con più facilità e con più passione negli stati d’animo e nelle emozioni, nei modi di essere esistenziali, degli altri da noi.

il-tempo-e-la-vitaIl tempo e la vita
Feltrinelli

Che cos’è per l’essere umano il tempo? Qual è il significato che assume nelle nostre vite? Quanto è rilevante nella definizione delle identità e delle esperienze di ciascuno? Il tempo sta in rapporto con la finitudine, caratteristica della mortalità, e insieme con l’infinito, ma anche con le emozioni, quali il dolore e la gioia. La vita non sarebbe tale se non fosse cadenzata dal passare delle ore, delle stagioni, delle età e di quel tempo più personale che non può venire misurato con esattezza, ma che contribuisce a definire l’esperienza della vita stessa. Il soggetto non sarebbe insomma tale in assenza di una traiettoria temporale. Il tempo non casualmente rappresenta un tema ricorrente in letteratura e in filosofia, e ha una grande importanza pure nella psicopatologia e nella cura. Nel suo trascorrere condiziona la vita quotidiana, così come colora le esperienze mistiche che lo trascendono. È elemento costitutivo dell’identità e permea la coscienza e l’esistenza di ciascuno. Nel sondare le profondità dell’animo non si possono dunque trascurare il tempo e l’esperienza diversa che ognuno ne fa. Può trattarsi di volta in volta di un tempo sospeso, come nel sogno, o frammentato, come nella memoria lacerata di chi soffre di malattie quali l’Alzheimer; può essere il tempo della noia, per chi si sente paralizzato nel presente, o quello della nostalgia di chi volge lo sguardo al passato, o ancora dell’attesa di chi guarda avanti, al futuro.

parlarsiParlarsi
Einaudi

Che cosa è questa parola ambivalente, “comunicazione”, che entra in gioco in ogni forma di discorso e di vita? Eugenio Borgna ci spiega come sia fondamentale entrare in comunicazione con se stessi e con il mondo, e lo fa con l’illuminante saggio Parlarsi. Alcune esperienze fondamentali nella nostra vita ci consentono di conoscere e di capire chi siamo e sono quei momenti che ci stravolgono di felicità o di tristezza, che ci fanno intravedere come siamo davvero e come reagiamo al mondo circostante. L’autore di Le emozioni ferite e di Elogio della depressione ci aiuta a riflettere e a metterci realmente in comunicazione con queste esperienze illuminanti della nostra esistenza. Con una premessa etimologica, ovvero che comunicare vuol dire “rendere comune” e quindi dialogo e relazione, Borgna ci racconta che noi entriamo in comunicazione, e cioè in relazione con gli altri, in modo tanto più intenso e terapeutico quanta più passione è in noi, quante più passioni siamo in grado di provare e di vivere. Quali sono allora le parole del parlarsi? Le parole del silenzio (lo stupore, la gioia, il dolore), le parole della sofferenza psichica (la follia e il delirio), le parole degli adolescenti e della vita adulta, le parole della vita anziana. Per Borgna e per tutta la psicologia moderna comunicazione è infatti sinonimo di cura perché, solo quando condividiamo ed esprimiamo, riusciamo a capire cosa ci sta accadendo e forse ad ammettere di avere un problema o un’emozione. In una panorama globale del parlarsi, Eugenio Borgna si approccia ad ogni forma di comunicazione ambivalente, da quella virtuale dei social network, alla comunicazione corporale e a quella disturbata.